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IN BRASILE TEMPO DI CORONAVIRUS.

Vivere la conformità di amore a Gesù in tempi di COVID-19 Una meditazione nel Venerdi Santo 10/04/2020

Questo Venerdi Santo ha una caratteristica unica in confronto agli altri. In tutto il mondo, noi lo viviamo in mezzo alla perplessità davanti i numeri crescenti di persone vittime da questa pandemia e nello stesso tempo, chiusi nelle nostre case per prottegerci di questa mallattia. In questa realtà, come afferma Sr. Ermanna Ballotta: “la fede trasforma il pianto in speranza, la solitudine in solidarietà, l’angoscia in fiducia: tutto il Signore vede e accoglie... la vita di tutti è nelle sue mani”( https://www.dimesse.it/2020/04/05/tempo-di-coronavirus/ ). Meditando sul Mistero Pasquale in questo contesto, siamo chiamate a guardare più profondamente all’amore di Gesù che è nel cuore di questo mistero. Un’amore che diventa novità e chiamata a un nuovo modo di essere e di abitare. Abbiamo davanti i nostri occhi in questo giorno, Gesù che si dona totalmente per amore a noi e al Padre nella croce e la moltitudine di persone che in tanti paesi del mondo patisce una mallatia e in tanti casi una morte senza spiegazione. Che cosa possiamo trovare in comune in queste due realtà? Avviciniamo prima di tutto a Gesù. Lui vive il suo ultimo giorno di cammino nel mistero dell’incarnazione. La sua vita è stata sempre un “si” generoso al Padre e ai frattelli, specialmente ai più sofferenti. Lui ha vissuto radicalmente verso noi, l’amore pieno ricevuto dal Padre. Lui ha fatto della sua vita un dono senza limiti di amore. E oggi, noi lo vediamo sfigurato, umigliato, giudicato in tribunali umani in un processo ingiusto e condannatto alla morte. Una realtà che ci lascia perplessi, senza parole e con il cuore sofferto. Umanamente parlando, una grande ingiustizia. Per Gesù, il supremo atto di amore. Nell’ultima Cena, con i suoi, Lui ci offre una chiave per capire e accogliere anche il dolore come cammino di redenzione e come luce che oltre a illuminare la sofferenza è sorgente di senso vero e profondo e chiamata alla conformità: la chiave si chiama “amore”. Un amore agape, un amore dono che viene da Dio e solo in Dio trova la pienezza. Nel gesto di lavare i piedi degli apostoli, Gesù diventa visibile la logica di amore, servizio e donazione che ha guidadto tutta la sua esistenza e che rivela la sua dignità e figliolanza del Padre: è servendo e donandosi che Cristo diventa disponibile nelle mani del Padre, diventando sua immagine e trasparenza: Dio È amore!”. Contemplare questo amore che comincia nell’ultima cena e ha il suo pieno compimento nella croce è una luce e una speranza in questo momento in cui viviamo. Avvicinandoci adesso alla sofferenza di tante persone in questo momento storico, contempliamo tre elementi illuminati dall’amore: 1. La cura senza limiti dai professionisti di salute – tanti, in diversi paesi oggi sono già presi dalla mallattia del COVID. Per loro non è stata una fatalità, ma una conseguenza di un amore senza limiti. Loro hanno assunto in risposta alla loro vocazione l’amore fino alle ultime conseguenze. I loro figli, amici, i suoi, certamente piangono la loro partenza, però guardano nel cuore la forza della loro consegna e del loro servizio. Sono diventati per l’umanità, come dice Papa Francesco, i martiri dei nostri giorni. Grazie a voi medici, infermieri, sacerdoti, religiosi e religiose, persone anonime che avete donato la vostra vita perchè tanti altri potessero avere vita e vita piena. In voi si può testimoniare la conformità di amore a Gesù nella croce. 2. La chiamata a rimanere a casa come chiamata a un amore senza limiti nel limite della famiglia e della fraternità – questo secolo ha portato con se una novità: siamo vicine a coloro che sono lontani e lontani ai nostri vicini. Quante persone oggi hanno amicizie profonde oltre l’oceano, ma non riescono a trovare coloro che abitano insieme. L’isolamento sociale ci ha portato ad avvicinarci nelle nostre case e comunità, a ritrovarci insieme per celebrare nella Chiesa domestica il mistero dell’amore che Gesù ha rivelato ai suoi nell’intimità dell’ultima Cena. Lui, con la sua passione e morte ci ha lasciato un comandamento nuovo: “Amatevi uni agli altri come io vi ho amato”. Lui ci ha amato fino alla croce e in fraternità riunite nel suo nome, ci dà l’occasione di amarci gli uni agli altri fino alla croce. Questi giorni, per tante persone, sono giorni di eternità. Quello che facciamo ora, può darsi che non potremo farlo domani. Viviamo un tempo kairòs di opportunità unica di rivelare gli uni agli altri che cosa vuol dire amare come Gesù: quante rinunce, quanto ascolto, quanta vicinanza in questo “isolamento”! Questo ci fa pensare: possiamo essere più umani nei nostri rapporti? Possiamo essere più solidali? Possiamo imparare qualcosa di questo dolore? 3. La solidarietà – si! Questo è il cammino che il COVID-19, in mezzo al dolore ci chiama ad assumere. Svuotarci di noi stessi, come Gesù nella croce, per offrirci a coloro che sono più sofferenti. Non possiamo rimanere egoisticamente nel pianto del nostro.. bisogna imparare a piangere per tutti, bisogna aprire il cuore a tutti, bisogna che capiamo la realtà di una famiglia globale che va oltre la nostra casa... anche rimanendo a casa. Quante persone hanno scoperto questo cammino nella creatività di piccoli gesti solidali: produrre mascherine a chi non ne ha, inviare messaggi on-line per incoraggiare gli altri, trovare gli anziani vicini che non erano neanche visti... e tanti altri gesti. Lodato sia il Signore per l’umanità che comincia ad aprirsi alla carità! Tre luci che ci portano alla conformità di amore a Gesù in tempo di COVID-19. Non camminiamo nelle tenebre. Il Signore è con noi e la sua Parola ci libera, ci converte, ci purifica per essere donne e uomini nuovi in un tempo nuovo. Nessuno sarà mai come prima dopo questo tempo kairòs. In questo senso, Buona Pasqua a tutti coloro che leggono queste parole.

- Sr. Luzia Ribeiro Furtado – Delegazione Brasile Caxias, 10 aprile 2020-